Case Green: cosa ne pensa Ennio Rancan, l’avvocato esperto di bonus edilizi

La direttiva sulle case green è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrerà ufficialmente in vigore il 28 maggio. Cosa cambierà per i cittadini? Lo abbiamo chiesto ad Ennio Rancan, professionista che opera nel settore legale, specializzato in consulenza condominiale, recupero crediti, bonus edilizi.

 

Avvocato, ci può spiegare in parole semplici che cos’è case Green?

La Direttiva “Case Green” dell’UE, nota formalmente come la Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD), è un’iniziativa cruciale per il raggiungimento della neutralità climatica nel settore edilizio entro il 2050.

Questa direttiva mira a ridurre le emissioni di gas serra e il consumo energetico attraverso la ristrutturazione degli edifici esistenti e l’implementazione di nuovi standard per le costruzioni. Impone che, entro il 2030, tutti i nuovi edifici debbano avere emissioni zero, mentre gli edifici pubblici dovranno rispettare questo standard già a partire dal 2028.

Gli edifici esistenti dovranno progressivamente raggiungere una classe energetica migliore, con l’obiettivo di portare almeno il 15% degli edifici meno efficienti a una classe energetica superiore entro il 2030 e il 26% entro il 2033​.

La direttiva riconosce anche le specificità di certi tipi di edifici, escludendo dalla normativa gli edifici storici, le case di vacanza utilizzate meno di quattro mesi all’anno, edifici di culto, e strutture considerate temporanee come uffici di cantiere e stabilimenti balneari, dando così a ciascun stato membro la flessibilità di adattare l’attuazione della direttiva alle proprie specifiche esigenze​​.

Il ruolo dei singoli stati membri è centrale nella realizzazione degli obiettivi della direttiva. Ogni paese è tenuto infatti a redigere piani nazionali che stabiliscano misure concrete per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, potendo includere incentivi finanziari, sovvenzioni per le famiglie vulnerabili e sistemi di premi per chi realizza ristrutturazioni significative​​.

 

 

Cosa cambia per il cittadino che vive in un condominio o in un’abitazione con classe energetica inferiore alla A con l’approvazione di “Case Green”?

Con l’introduzione della Direttiva “Case Green”, i cittadini che vivono in condomini o in abitazioni di classe energetica bassa dovranno confrontarsi con l’obbligo di migliorare l’efficienza energetica dei loro edifici. Questo processo potrebbe comportare l’installazione di nuovi sistemi di riscaldamento e raffreddamento più efficienti, l’aggiunta di isolamento termico, la sostituzione di finestre non performanti e, in alcuni casi, l’introduzione di sistemi per l’energia rinnovabile come pannelli solari o fotovoltaici. Di conseguenza dovranno affrontare dei costi, ma il tempo c’è e quindi si potranno organizzare.

Il mio suggerimento è di prendere in considerazione la ristrutturazione energetica il prima possibile, in quanto, al momento il mercato non sente l’esigenza di fare queste migliorie, ma tra qualche anno la situazione sarà diversa, e, di conseguenza si alzerà la domanda, calerà l’offerta ed i prezzi esploderanno.

 

Quali sono le conseguenze per chi non si adeguerà alle disposizioni di “Case Green”? Sono previste sanzioni per chi non rispetterà i requisiti di efficienza energetica degli edifici?

Ricordiamoci che “Case Green” è una direttiva, e quindi i singoli stati la recepiranno e la trasformeranno in legge dello stato a seconda di quanto verrà deciso nei Palazzi. Sanzioni non ce ne sono, ma ripeto poi dipenderà dai singoli stati.
Tuttavia, vorrei offrire uno spunto di riflessione. Io mi occupo di questioni legali legate all’edilizia e quindi di bonus edilizi. Mai come nell’era del Superbonus ho visto proprietari di abitazioni sviluppare un vero e proprio “mindset” legato all’efficientamento energetico. Quello che prevedo io, è che, indipendentemente dalle sanzioni, sono le persone che stanno cambiando. Sopratutto i giovani hanno un sentimento piuttosto forte nei confronti del nostro pianeta, ed i meno giovani un grande sentimento nei confronti del portafogli. Infatti, l’efficientamento energetico porta a migliorare il nostro pianeta, ed allo stesso tempo a risparmiare tantissimi soldi, tralasciando di proposito il benessere abitativo della casa. Traduco, se l’efficientamento energetico diventa una “moda” sono certo che anche la direttiva diventa irrilevante.

 

Quanto plausibili sono le ipotesi riguardo gli aumenti delle imposte e l’impossibilità di vendere e affittare case per i contribuenti che non si adegueranno alla Direttiva “Case Green”?

Sono ipotesi plausibili e si basano su meccanismi già osservati in altre regolamentazioni di efficienza energetica. È importante comprendere che la direttiva mira a incentivare il miglioramento della prestazione energetica degli edifici, quindi è ragionevole prevedere che vi possano essere conseguenze economiche e regolamentari per i proprietari che non si adeguano.

Per quanto riguarda l’aumento delle imposte, è possibile che i governi nazionali o locali decidano di implementare politiche fiscali che penalizzino gli immobili meno efficienti, come tasse più alte, per promuovere l’efficienza energetica.

L’impossibilità di vendere o affittare, invece, è uno scenario altamente plausibile. Indipendentemente però dalla mano del legislatore. Saranno infatti i possibili players a poter scartare le abitazioni che non rispondono a certi requisiti di efficienza in favore di abitazioni più performanti.

Certamente chi ha poche risorse economiche potrebbe, invece, trovare un’opportunità in una abitazione di serie C, ma di converso, chi si trova ad affittare o vendere si dovrà accontentare di pochi spiccioli. Quindi anche sotto questo profilo, al fine di meglio speculare, diventa economicamente conveniente migliorare energicamente l’immobile.

 

Secondo la sua esperienza, quanto è probabile che venga introdotto un bonus specifico per incentivare l’adesione alla Direttiva Case Green in Italia?

Considerando il precedente impegno dell’Italia nel promuovere l’efficienza energetica attraverso vari incentivi, come il Superbonus 110%, è ragionevolmente probabile che il governo italiano possa introdurre nuovi incentivi specifici per supportare l’adesione alla Direttiva “Case Green”. Questa direttiva impone requisiti rigorosi per l’efficienza energetica degli edifici, e incentivi adeguati potrebbero facilitare notevolmente il compimento degli obiettivi stabiliti.

L’Italia ha dimostrato una propensione a utilizzare strumenti fiscali per stimolare ristrutturazioni e miglioramenti energetici, quindi è plausibile che possa introdurre ulteriori misure di sostegno per allinearsi alle nuove normative europee. Tali misure potrebbero includere detrazioni fiscali, sovvenzioni dirette, o altri tipi di agevolazioni finanziarie per i proprietari di immobili che intraprendono lavori di ristrutturazione energetica.

Questi incentivi servirebbero non solo a facilitare la transizione verso edifici più sostenibili e efficienti, ma anche a stimolare l’economia locale attraverso il settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni, creando un ciclo positivo di investimenti e miglioramenti infrastrutturali.

Come detto sopra vi sono vari modi per incentivare. Io mi auguro che non si continui a seguire la strada, oggi sostanzialmente tipizzata, della generazione del credito fiscale, perché presenta, a mio modesto parere, delle criticità che non lo rendono molto efficiente e performante.

Il meccanismo degli sgravi fiscali obbligano l’avente diritto ad avere un reddito di un certo tenore. Per ovviare a questo problema con il superbonus si era introdotta la cessione del credito. Ripeto che è stata un’opportunità ed una vera e propria moneta alternativa all’euro e che ha portato solo benefici. Lo Stato con una unica manovra che, a prima vista avrebbe dovuto avvantaggiare solo i proprietari di casa, ha invece avvantaggiato una pletore di imprenditori che hanno aderito al mercato del credito d’imposta. Se un imprenditore deve pagare quest’anno 100 di tasse ha la possibilità di comperare un credito d’imposta e pagarne 50. Ed è una cosa buona nella misura in cui i denari risparmiati saranno utilizzati per nuovi investimenti che portano, naturalmente a nuovi posi di lavoro ed ad un amento del PIL.

Questo è veramente fantastico, però, si sono innescate delle dinamiche meno piacevoli: molti soggetti sono stati “a bocca asciutta” perché non sono riusciti a fare i lavori. Senza contare poi altri che hanno ancora lavori in corso e casa inagibile perché abbandonati dall’impresa che non è riuscita a monetizzare i crediti.

 

Qual è lo scenario che si prospetta per l’Italia nei prossimi anni in relazione a “Case Green”? Quali problemi potrebbero sorgere e quali consigli pratici offrirebbe ai cittadini per affrontare le sfide legate a questa direttiva?

Non so se si tratta di una sfida, a mio avviso, ripeto, appena scatta la moda ed appena viene individuato un meccanismo di incentivo semplice come quello della macchina elettrica, le persone si convinceranno ed attueranno che anche la casa deve mettere un vestito nuovo ogni tanto.

Suggerimenti, iniziate subito, non perdete tempo, perché chi ben comincia è a metà dell’opera.

Buon efficientemente energetico.

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